29/07/13

Il senso di Emma per le parole.


Siamo alla fase divertente, quella in cui Emma sta scoprendo a modo suo l’italiano. È uno spasso sentirla farfugliare, inventare, masticare e poi sputare a piacimento un italiano fatto di novità, neologismi insensati e commenti a tema.

Qui un piccolo vocabolario tecnico, così se la incontrate e vi chiede qualcosa, sapete cosa risponderle.

Kecchey: sono i crackers, ma quelli della Pavesi con patate e rosmarino. Qualunque altro tipo di cracker viene accompagnato da un “bleah!”. Però li mangia comunque.

Tototò: trattore. Meglio se vecchio, puzzolente di gasolio e orrendamente sporco. Il rumore inconfondibile del motore e la velocità ridottissima ne fanno un oggetto di culto ai suoi occhi. Quelli nuovi li trova meno affascinanti e più spaventosi.

Cacca: tutto ciò che equivale allo sporco. È cacca una macchia sulla maglietta, sono cacca i piedi sporchi, cacca l’avanzo nel piatto, cacca il fango sullo pneumatico. Cacca qualunque cosa che si risolve facilmente lavandolo. Non necessariamente puzza come la cacca ufficiale. Quella è cacca cacca. E non si tocca.

Mao: il mao è il gatto, ma viene usato nell’accezione di cestino. Quando Emma non vuole mangiare qualcosa lo butta per terra e dice “Mao”, nel senso che tanto poi lo mangia il gatto, quindi perché pretendere che lo mangi lei?

Yoyo: è l’onnipresente canale Rai dedicato ai suoi cartoni preferiti. Yoyo è la prima parola del mattino. Yoyo è la nostra dannazione quando di sera vuole guardare cartoni senza andare a letto. Yoyo è la salvezza quando devo fare i mestieri e l’unico modo per tenerla buona è piazzarla davanti alla Tv. Yoyo. Canale 979 del nostro telecomando.


Giu Gè. Lo giu Gè è lo zio Germano, l’unico vero grande amore della sua vita. Con lo zio Gè fa tutto: corre come una pazza, va in altalena, in auto, gioca a fare le bolle, guarda i cartoni sull’Ipad. È l’unico della famiglia a cui dispensi coccole infinite. Lo zio Gè è l’unico zio che nomina. Gli altri non meritano l’appellativo di zio. Arrendetevi.

Patty. È la zia Patty. La vede poco, ma se la ricorda.

Anna. Vi dice Anna solo se precedete la richiesta con la domanda “chi è la zia, quella con le scarpe belle?”. Altrimenti ciccia, non ve lo dice.


Vevve: è il colore verde. Lo usa a casaccio per indicare qualsiasi colore. E ogni tanto ci prende.


Wang: suono onomatopeico per indicare il giro in altalena. È solita farsi spingere fino quasi al ribaltamento, molto molto in alto, molto molto velocemente. Se secondo lei non ci state dando dentro con le spinte comincia a urlare “Wang! Waaaaang!” che significa più o meno “e questo lo chiami giro in altalena?! Datti da fare, mammoletta!”.

Ape no!: è l’ape Maya. E le sta sulle palle in maniera inenarrabile. Infatti il “no” è irrimediabilmente legato alla parola “ape”. Non esiste che lo pronunci separato.

Cucù! : coglione! Ma detto in maniera elegante. Lo dispensa con estrema facilità e cognizione di causa. Aspettatevelo.

Ma!: è Emma, se stessa. Lo dice battendosi orgogliosa col palmo aperto sul petto. È Ma! Tutto quello che la riguarda, tutto ciò che è suo. È Ma! ogni giocattolo e ogni abito carino. Ma! è Ma! e fine. Che altro vi serve sapere?


18/07/13

Andateci!



Ammetto che l’ascolto poco, e di suo quello che apprezzo di più è una versione da brivido di “Sally”. Però Fiorella Mannoia è attivissima soprattutto quando si parla di ruoli femminili, diritti e rispetto delle donne e questo me la fa apprezzare prima di tutto come donna, e poi come artista. Amo molto chi si mette in gioco, sfruttando in modo positivo e costruttivo la propria popolarità, anche a rischio di risultare inviso ad alcune fette di pubblico.

La buona, anzi ottima notizia che mi è arrivata via mail e che condivido volentieri è che Fiorella Mannoia il 31 agosto ad Este (PD) farà un concerto in favore dell’iniziativa del Gruppo Polis, per raccogliere fondi a sostegno delle donne vittime di violenza. Io non ci potrò essere, ma voi si. Quindi andateci:
il sito web dove potete avere tutte le informazioni sull’iniziativa è questo:  http://www.gruppopolis.it/home/progetti/donne-vittime-di-violenza/

C’è anche un concorso per vincere tre pass per il backstage: dovrete postare nella pagina Facebook di Gruppo Polis, entro il 31 luglio, la foto del vostro biglietto con accanto un pensiero riguardo al tema della violenza sulle donne. I vincitori verranno scelti da Gruppo Polis.

Andateci, genti!  
: )


08/07/13

Dumping

Un cliente mi chiede dei radio e poi mi impone un fornitore... per intenderci una di quelle "case di produzione" (le virgolette sono d'obbligo) che registrano i comunicati a circa 150 euro.
In genere con risultati pessimi: impossibile fare un casting adeguato, impossibile lavorare direttamente con gli interessati perché forniscono il lavoro già registrato senza neanche confrontarsi prima con chi ha scritto il testo, impossibile riuscire a instaurare una buona dinamica di lavoro.
Il cliente dice "dopotutto pago, poco ma pago". Il fornitore dice "Per questo prezzo cosa pretendi?".
In mezzo c'è chi coordina tutto ed è abituato a dare e pretendere sempre una buona qualità del lavoro, indipendentemente dal fornitore.

Dopo una solo (e dico una) richiesta di modifica - eseguita male e senza cognizione di causa -  alla richiesta di sistemarla, il fornitore si inalbera e risponde così:
"ritengo necessario un contatto telefonico per un chiarimento approfondito e per non incorrere in ulteriori variazioni, sottolineo solamente che i costi delle lavorazioni non sono più proporzionati al valore della pianificazione, quindi serve trovare un punto fermo. Grazie"

Come dire: o te lo fai andare bene, o ciccia. Quindi ciccia.

Che dire... La qualità si paga, l'incompetenza invece viene via agggratis.
(e comunque, se volete una buona casa di produzione audio, ve ne posso suggerire un paio!)





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