28/02/08

Trova le differenze.




Giochiamo a trova le differenze: vediamo se indovinate la differenza tra una bella campagna e le cagate di Oliviero Toscani.

Vi appiccico anche parte dell’intervista (che potete tranquillamente trovare su donnamoderna.com).

Che dire? Io ci tengo a ricordare al ragazzone che i figli si fanno in due, che anche i padri hanno un ruolo, che le donne non sono gli angeli del focolare, che ormai voi maschietti non andate più in giro con la clava e urlate UGA UGA ai cattivi.
Che una donna ha il sacrosanto diritto di lavorare, di avere un ruolo, di essere parte attiva della società.
Di realizzarsi.

Io sono dalla parte delle bambine.

Uno che dice che “le donne sono in qualche modo responsabili della violenza sulle donne perché hanno abdicato all’educazione sentimentale dei figli in favore del lavoro”, è un coglione di dimensione catastrofiche.
E se tu fossi nato femmina probabilmente non saresti riuscito a fare neanche un quarto delle cose belle o brutte che hai fatto. Solo per il fatto di essere donna.

Oliviero Toscani, Io oggi mi sento violentata dalla tua ignoranza.

Quindi, per la seconda volta in pochi mesi, dico:

Caro Oliviero, ma vaffanculo, vah!

Da donnamoderna.com:
“Toscani, perché ha associato due bambini innocenti alla sopraffazione e alla prepotenza che i maschi esercitano sulle femmine?”


"Innocenti" è l'aggettivo giusto. Quando nasciamo siamo tutti incontaminati. Poi qualcosa cambia: la società ci plasma, ci modifica, non sempre in meglio".


“Le sue campagne spesso dividono l'Italia. Anche stavolta qualcuno avrà da ridire di fronte a due bambini nudi.”
"Non m'interessano le polemiche. La forza dell'arte è proprio far discutere, attirare l'attenzione. Quei due bambini incarnano la purezza. Tutto comincia da lì, dall'infanzia. Poi intervengono l'educazione dei genitori, i valori che ci trasmettono, il loro esempio, giusto o sbagliato. A volte sarebbe meglio essere orfani".



“Significa che un uomo violento è figlio di una cattiva famiglia?”


"Nella stragrande maggioranza dei casi, sì. E vorrei che le madri ne fossero consapevoli: tocca soprattutto a loro educare i figli, crescerli nel segno del rispetto verso l'altro sesso e il resto del mondo".


“Insomma, le donne sarebbero in qualche modo responsabili della violenza maschile nei loro confronti?”


"Può sembrare un paradosso, ma è proprio così. Molte madri, prese dagli impegni e dal lavoro, hanno abdicato all'educazione sentimentale dei figli".



“Perché non è Anna a diventare carnefice?


"Un po' dipende dal sangue, dal Dna, non c'è dubbio. Ma un ruolo importante giocano i valori e la cultura. Le madri sono felici se i figli maschi esibiscono forza e virilità, si rivelano incalliti seduttori, mentre una figlia con tanti fidanzati...".

21/02/08

Evidentemente.

Non vale la pena fare la fila alla biglietteria.
Non vale la pena farsi mezz’ora di treno.
Non ne vale la pena, anche se c’è l’ appartamento grande e luminoso lasciato libero apposta.
Non vale la pena chiamare per tempo.
Mandare un massaggio.
Avvisare.
Non vale la pena telefonare. Neanche una volta in cinque anni.
Non vale la pena organizzare l’agenda.
Non vale la pena tenersi un giovedì libero.
Non vale la pena rispettare la parola data.
Non vale la pena ricordarsi.


Non vale la pena, dopo quasi un anno che non ci si vede, fare uno sforzo perché qualcosa succeda.


No.
Valentina non ne vale la pena.

Tanto poi le mando un messaggio con scritto che le voglio bene e le passa tutto.

Sempre se mi ricordo.

Oh, guarda: squilla il telefono.
E’ la commessa. Quella figa.

19/02/08

Boh!

Ma che cosa ve ne fate degli scrittori?
Seriamente.
State ancora lì a leggere le storie?
Sono personaggi finti. Inventati.
Non esistono.
Eppure li leggete.
E vi fate raccontare la verità della vita da loro.

Ma voi che cosa vi aspettate da uno scrittore?
Mh?

18/02/08

4.300

Eravamo tanti così al concerto dei Subsonica sabato al Palawhirpool.
E tra tutti questi, l’unico idiota l’ho trovato io.
Anzi, tre.
Un imbecille completamente ubriaco che si buttava a peso morto tra la gente sugli spalti.
Per la precisione su di me.
Facendomi crollare su quelli di fronte. E facendo male alla persona che stava con me.
L’ho preso a male parole.
L’ho minacciato. Lui e i suoi due amici.
L’ha rifatto.
Ho urlato più di prima.
Questi mi hanno detto “E’ un concerto, divertiti!”
E io ho risposto:
“ Lo farei, se non ci fosse un coglione che ha deciso di rovinarmi la serata”.

E lui: “cosa fai? Chiami gli sbirri?
“Chiamo qualcuno che ti faccia sparire dalla faccia della terra, stronzo!”

Vabbè.
E’ andata a finire che dopo un po’ il ciccione del gruppo è venuto a scusarsi perché era il suo compleanno e il suo amico aveva bevuto troppo. Di non arrabbiarmi. Che gli dispiaceva.
Io gli ho risposto:
“Voglio solo godermi il concerto in pace, senza dovermi preoccupare della mia incolumità.”
“E’ il mio compleanno. Scusa. E grazie, eh”
“Beh, tanti auguri. E tienilo buono”

Il ciccione ha passato la serata a difendermi dagli attacchi del suo amico imbecille.
Strano modo di festeggiare un compleanno.
Strano modo di partecipare a un concerto.
Io, di mio, so solo che sono diventata intollerante.
Io, se avessi avuto una pistola, l’idiota l’avrei ammazzato.
Non sto scherzando.

Io, verso quell’individuo ubriaco e inutile per la società, ho provato solo ODIO.


Gli ho detto:
“guarda che la gente come te, quando torna a casa il sabato sera, muore”.
Per una volta nella vita ho sperato che succedesse.
Un colpo secco.
La faccia raschiata dal vetro.
Il suo corpo grattugiato dall’asfalto.

E sua madre piangente che urla ai Tg “era un così bravo ragazzo, non aveva mai fatto niente”.
Certo. Tranne che rompermi le palle al concerto dei Subsonica.

Crepa, coglione.
Anche con un paio di giorni di ritardo.

15/02/08

Adesso basta!

Adesso basta.

Basta con tutte queste cazzate.
Basta con Ferrara che dice minchiate.
Basta coi partiti per la vita.
Basta con la curia, col Papa.
Basta con gli idioti che hanno firmato una legge assurda che costringe le donne ad andare all’estero per poter concepire dei figli.

Adesso basta davvero.

Io sono assolutamente per la legge 194.
Io sono per l’aborto.
Sono per il diritto della donna a scegliere.

Parliamoci chiaro se ancora non l’avete capito:
quando abortisce una donna non sceglie se avere o non avere un figlio; sceglie se potersene occupare dignitosamente oppure no.

Sceglie, molto obiettivamente, di mettersi in discussione come essere umano.
Come essere civile. Sceglie come solo una donna può fare, sceglie e si dice “Sono in grado oppure no?”.
E quando purtroppo deve scegliere per il NO, è un’essere umano sconfitto.

Mi sale la rabbia se penso con quanta facilità un uomo sceglie di non essere capace di fare il padre, infila la porta e se ne va.

Una donna no.
Deve capire se è in grado di crescere quel bambino. Se- come il più delle volte succede- se ne può occupare da sola.
Deve decidere se- oltre a occuparsene per il resto della sua vita- se ne può occupare anche nei nove mesi prima.
Deve scegliere, spesso, di rinunciare al suo lavoro, alla sua vita.
Si trova di fronte a un baratro, a una strada in salita dove nessuno, NESSUNO, l’aiuterà.
E possono così venirmela a raccontare che ci sono gli assistenti sociali, che ci sono i sussidi, le case famiglia.

Volete azzerare gli aborti?
Ok. Allora cominciate ad assicurare un’occupazione a tutte le donne che hanno espresso il desiderio di abortire.
Assicurante loro un lavoro anche nei mesi prima del parto. Non solo dopo.
Date loro una casa (se ne hanno bisogno).
E poi asili nido gratuiti nei posti di lavoro. Mezzi di trasporto efficienti.
Facilitazioni sanitarie.
Strutture funzionali e congrui aiuti economici in caso di figli disabili o malati.

Un figlio non voluto è solo lo specchio dell’inadeguatezza della società ad accoglierlo.
Un’inadeguatezza che porta sulle spalle sua madre da sola.
Una madre che, guardandosi dentro molto obiettivamente, a un certo punto si trova a dire “mi dispiace, non ce la faccio”.
E lo trovo in assoluto il gesto più umano che un individuo possa fare.


Non ci prendano per il culo Ferrara e compagnia bella:
semmai dovessi avere un figlio, il primo problema sarà il lavoro, perché lo perderò.
Perché lavoro troppo lontano da casa. Perché non ci sono le strutture.
Io dovrò azzerare e rifare tutta la mia vita.
E sono già una di quelle fortunate che dopotutto stanno bene.

Guai a toccare la 194.
Guai soprattutto perché lo stanno facendo gli uomini.
Lo stanno facendo quelli che dovrebbero stare zitti, quelli che non lo sanno com’è la vita di una donna.
Perché parliamoci chiaro: non siamo mica uguali. Il mazzo, ce lo facciamo parecchio più degli uomini. Da tempo.


E comunque, In tutto questo bailame, una sola cosa vorrei sapere:
visto che notoriamente i bambini li si fanno in due,
I PADRI, DOVE SONO?

07/02/08

7 febbraio.

Oggi è il mio compleanno.
31.

L'unico compleanno che mi ricordo è stato quello degli 8 anni.
Mi sono svegliata e mia madre mi ha messo una scimmietta di pelouches sul cuscino.
E' l'unico compleanno che mi ricordo.
E la scimmia non era neanche così bella.

Però era inaspettata.

Chissà se oggi capiterà qualcosa che non so.
Chissà se qualcuno avrà come priorità assoluta la voglia di farmi felice.


Mah.

Ve lo dico domani.

05/02/08

Il diritto di dire no.

“Ti da’ fastidio se fumo?”
E sta già per accendersi la sigaretta.
“Sì.”
Mi guarda senza senso di colpa.
“Davvero?”
“Si.”
Allora a malincuore rinuncia.
“Avrei fatto meglio a non chiedertelo”
Già. Ma me l’hai chiesto e io ho detto che mi infastidisce.
Quindi nisba.

Mi fermano per strada degli attivisti animalisti.
“Firmi contro la macellazione dei cavalli?”
“No.”

“…! Ma sei un mostro! Tu uccidi gli animali!”

No. Non li uccido personalmente. Forse non ne sarei capace.
Ma sono a favore della macellazione dei cavalli perché la carne di cavallo mi piace.

Ogni giorno su Myspace mi arrivano messaggi di gente che chiede:
“Posso aggiungerti alla lista dei miei amici?”
No.
Non ci conosciamo.
Non mi puoi aggiungere alla lista dei tuoi amici.

“sei cattiva”
No, accidenti.
Sono semplicemente da una parte che non è la tua.

Qualche giorno fa i giornali fomentavano:
‘Grave atto evitare che il Papa potesse partecipare all’inaugurazione dell’anno accademico alla Sapienza.’
Mah. Io non lo trovo così grave.
Gli hanno detto di no. Ed erano pure in pochi.
Ma c’è stato un macello enorme.
Hanno detto di no a una presenza che non avrebbe lasciato spazio al dibattito.
Lui avrebbe presenziato e avrebbe detto la sua.
Punto.

Io voglio dire di no.

Anche sul fatto che un feto venga rianimato.
No.
Sul fatto che debbano essermi addosso quelli del movimento alla vita se decido di abortire.
No.
Sul fatto che ci siano limitazioni alla legge sull’aborto.
No.
Che qualcuno decida per me se posso avere figli, della diagnosi pre impianto, su cosa si fondi il mio essere donna.
No.
Sul fatto che io mi debba sentire stronza se qualcuno mi chiede qualcosa e dico di no.
No.

Il no è una risposta.
E vale tanto quanto un sì.
Ma dalla parte opposta.

01/02/08

20.45

Ieri sera alle 20.45 è nato Davide.

Auguri a Max e alla Silvietta per l'ottimo layout.

Pare che il piccolo sia impaginato bene.

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