25/08/12
Galline.
E' arrivato l'ovetto Kinder sessista. E' rosa, contiene sorprese per femmine - ovvero braccialettini, collanine, anellini o pupazzetti delle supergnocche alate Winx.
Tutto per essere più carine.
Per aprirlo le bambine dovranno covarlo.
06/08/12
Il bikini di Chiara.
“L’hai mai letta la Palazzolo? Secondo me potrebbe piacerti.
Avete qualcosa di simile voi due. Scrive horror ma non i soliti… chiedi in casa
editrice di dartene una copia. È anche lei Piemme.”
Mi disse così qualche anno fa la mia agente quando mi invitò
a leggere uno dei libri di Chiara.
Per me lei è rimasta sempre e solo Chiara. Chiara Palazzolo.
In casa editrice mi avevano dato una delle copie stampate
per i venditori, non una di quelle ufficiali…
La conservo ancora nella mia libreria.
Ricordo che l’avevo cominciato con qualche riserva perché io
l’horror… mah… non è il mio genere.
E invece aveva ragione Agnese, quell’horror era
straordinario. “Non mi uccidere” è stato il libro che mi ha fatto conoscere
Chiara. Ho chiesto la mail alla mia agente e le ho scritto, così, di getto, per
dirle quanto mi fosse piaciuto. Per dirle che la stimavo e non vedevo l’ora di
leggere altre cose sue.
Da lì siamo diventate amiche. Ci siamo raccontate via mail.
Ci siamo sentite qualche volta al telefono.
Una persona stupenda e combattiva che mi scriveva con
orgoglio che si era rimessa il suo adorato bikini, come successo e trionfo
massimo contro il tumore che aveva vinto.
Si era rimessa il suo mini bikini
adorato.
Ricordo come mi aveva detto che immergersi nel personaggio
di Mirta l’aveva aiutata a sopravvivere alla malattia. “Ci sono già passata” mi
diceva “Ci sono già passata perché l’ho già vissuto con Mirta” ed è proprio lì
la forza e la magia della scrittura: vivere la vita di qualcun altro. Provare
le cose. Farti forgiare dal dolore dei personaggi. Mirta era stata la sua
palestra contro il cancro. La pelle dentro cui allenarsi a combattere. E vincere.
Le avevo scritto appena nata Emma. Le avevo detto “ho
provato a leggere il tuo libro ma mi terrorizza da morire… giuro che ce la farò
a leggerlo, ma mi fa davvero paura”. Era un complimento per lei.
Mi disse che stava scrivendo qualcosa di nuovo, qualcosa che stava facendo paura anche a lei.
Come ogni estate mi stavo ripromettendo di sentirla.
Era questo il nostro periodo… estate e inizio anno per dirci a che punto stavamo con la vita.
Ieri sera Chiara se n’è andata.
E non ci sono parole per dire quanto mi mancherà.
La cosa che mi fa più male è che non sono riuscita a salutarla.
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