25/11/13

La cucina giocattolo è sessista?

La cucina giocattolo per Emma @Gigi Pettenuzzo



Non ti offendere, eh, ma che bel regalo istruttivo. Ho visto al supermercato anche l'aspirapolvere in miniatura per piccole casalinghe crescono, fate il set.”

“Peccato ke non ho una femminuccia”
“Ale, cucinano anche i maschi, eh!”

La cucina giocattolo che regaleremo a Emma per natale ha scatenato gli animi. Qui ci sono un paio di messaggi che mi sono comparsi sulla bacheca di FB.
Quindi? Come la mettiamo?
La cucina giocattolo è sessista?
O no?

Sono una femminista incallita, lo sapete. Eppure questo regalo che stiamo per farle non mi turba. Prima di tutto perché so che le piace, visto che i gioca ogni volta che ne trova una a casa di amici e parenti. E poi perché la cucina e il cucinare sono l’unico ambiente neutro in casa mia.
Io e mio marito, nonostante i miei sforzi, siamo lontani dalla perfetta alternanza dei ruoli. I mestieri come spolverare e lavare per terra sono miei. Stiro io. Lavo io. Stendo io. I letti li faccio io. La roba stirata la metto a posto io.
Lavoriamo entrambi, io faccio al freelance da casa e lui il falegname. Ma non c’è verso: certe cose non c’è modo di fargliele fare. Gliel’hanno inculcato da piccolo e la cosa si è trascinata fino ai trent’anni. Quindi posso puntare i piedi quanto voglio: difficile cambiare le cose.
Però in cucina è diverso. In cucina ci dividiamo. È una cosa che ci viene naturale: io preferisco cucinare i primi, la pizza, cose così. Lui è un asso con la carne. È creativo e gli riesce bene. Emma in cucina ci vede collaborare, fare a metà, darci da fare entrambi. La cucina è il luogo della collaborazione.
Quindi quest’anno la cucina giocattolo coloratissima entrerà trionfale in casa la notte di Natale. E la certezza è che ci giocherà anche suo fratello.
Il fine è che lei si diverta come ci divertiamo noi quando prepariamo la cena insieme.
Per il resto no, non avrà un aspirapolvere e nemmeno un asse da stiro. Perché vede che li uso solo io e la nonna, e da quello si che potrebbe ricevere solo spunti negativi.
Tanto più che dubito ne esistano di colori neutri. Temo che ci siano solo rosa.
Detto questo al piccolo Giovanni verrà insegnato a cucinare, a stirare, a fare i letti e i mestieri perché è giusto che diventi indipendente.
E sono certa che se a un certo punto dovesse arrivare il banco da falegname con gli attrezzi, Emma lo adorerebbe. Solo che fino ad ora ha dimostrato più interesse verso la cucina.
Forse perché non sa che sua madre adora usare la levigatrice orbitale in capannone… avrà modo di scoprirlo più avanti, quando potrò tornare ad usarla.

Voi cosa ne pensate? La cucina giocattolo è sessista a prescindere? O è l'atteggiamento tra mamma e papà in casa che ne determina la percezione?

13/11/13

Si chiamerà Giovanni.


“Come lo chiamate?”
“Giovanni”
“Oh, finalmente un nome normale: qui ormai è tutto un Lucrezia, Leone e via dicendo…”


“Il nome? Scelto?”
“Giovanni”
“No! Che nome vecchio!”


“…E come si chiamerà?”
“Giovanni”
“Ma dai! Come… come il nonno, giusto?”


“Quindi? Nome?”
“Giovanni”
“Mh. Bello. Un po’ lungo”.


“Come hai detto che fa di nome?”
“Giovanni”
“Mh. A voi piace?”


“Al s’a ciama?”
“Giovanni”
“Eh?”
“Giovanni”
“O’ mia capì”
“GIOVANNI, NONNA! GIO-VAN-NI!”
“Gio che? Gha senti poc!”
“GIOVANNIIIIIIII!”
“Ah. Bon.”
“Hai capito?”
“Eh?”





12/11/13

Sono la mamma blogger perfetta.


Ieri su twitter mi è balzato all’occhio un post dove si invitavano le mamme blogger a degli incontri formativi. Clicco e mi si apre un post pieno di promesse:
Speech gratuiti e corsi, tutti rigorosamente free, dove ti insegnano manutenzione del blog (e va bene), competenze e gestione degli emolumenti (perfetto) e poi dei corsi per le mamme perfette: tecnica foto per realizzare foto per il sito (occhey…), riciclaggio creativo (mh, sniff, puzz…), cupcake natalizio (ma perché?) e uncinetto (scherziamo, vero?).
Poi c’ho pensato sopra ed è vero: sono una pessima mamma blogger. Mea culpa. Le vere mamme blogger devono saper cucire, devono saper cucinare, devono saper riciclare. E devono essere felici. Sempre. Stupida io che pensavo che fare la madre fosse un altro mestiere.
Quindi mi sono adattata al trend ed ecco i miei consigli da mamma blogger come Dio comanda e web vuole:

Uncinetto: bello e utile.
(Photo by Becky Johnson)

Questi pene e queste tette di maglia (si, non è uncinetto, ma non sottilizziamo), oltre che essere adorabili sono a sfondo benefico per una raccolta fondi contro il cancro e sono stati fatti da un’artista geniale: Shannon Gerard
Si posso acquistare. Cosa ve ne fate? Volete mettere che figurone, magari applicate alla sciarpetta dei vostri piccoli? Oppure alla vostra?

Cupcake.

Io non amo cucinare, ma mi assicurano che sono buonissime. Quando si dice prendere un uomo per la gola, qui lo strattonate forte forte anche per il pisello. Queste le fa Holly & The Icing.
Potete seguire il tutorial. Se poi volete darle da mangiare ai pargoli a colazione, potete sempre realizzare un’ape da metterci sopra, così gli spiegate anche la questione della procreazione e vi siete portate avanti col lavoro.

Riciclo.



E' possibile fare vasi e vasetti colorati recuperando lampadine dismesse e creare mobiletti con i cestelli delle lavatrici, il teorema vale per tutti. Quindi, visto che non si butta via niente, come per il maiale, cari i miei lettori un po’ suini eccovi svariati utilizzi del vibratore, che può essere comodamente adattato alle esigenze della massaia moderna e felice. (credo che le foto siano una campagna pubblicitaria giapponese, o giù di lì, quindi scusate se non cito la fonte vera: l'ho trovata su nonciclopedia ma neanche loro mi dicono di chi è).

Ok. Ora sono ufficialmente la mamma perfetta. Anzi, la mamma blogger perfetta. E se avete pazienza giusto quei due mesi, mi lasciate partorire e vi racconto la beatitudine di farsi spaccare in quattro la passera da un colosso di quasi quattro chili. Ovviamente sorridendo e dicendovi che è tutto perfetto e bellissimo. Perché sei mamma. E quindi va tutto bene.

Ora, ditemi la verità: è davvero così che volete farvela raccontare la maternità? Sicuri? Perché a me ‘sta roba sa tanto di  di stereotipo di genere in cui ci siamo infilate, più o meno felicemente, da sole. 



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