Ma vi rendete conto di che
razza di sindaco ho io? Uno che alla vigilia dell’inizio delle scuole a
settembre, insieme all'associazione genitori, va a tagliare l’erba con il trattorino dell’oratorio perché non vuole
che i ragazzi trovino l’accesso in disordine. Ma dimmi tu se si può! Ma ti pare
che un’alta carica pubblica vada a fare l’erba degli edifici scolastici? Uno se
ne dovrebbe stare in panciolle nel suo ufficio e al massimo fumarsela l’erba,
mica rimboccarsi le maniche.
Ecco, appunto, parliamo anche
del rimboccarsi le maniche: se sei una carica istituzionale te ne devi stare in
giacca e cravatta ingessato alla scrivania, non darti da fare coi tuoi
cittadini, non sudare, non metterti a fare le cose in prima persona.
Quindi, Sindaco, cosa ti sei
messo in mente quando hai deciso di candidarti? E quando ti hanno eletto? No,
dico, guardati: hai schiere di amici e conoscenti che ti aiutano gratis. GRATIS,
capito? Gratis! Che poi così tanti volontari in un Comune non si sono mai
visti.
Non ci si crede. Ci sarà
qualcosa sotto, perché non può bastare la stima e l’amicizia. Avete mai fatto
qualcosa per stima e amicizia voi? Magari solo perché credevate che fosse
giusto farla? No, vero? Ecco. Appunto. Le cose si fanno sempre per interesse.
Tutte.
Questo Sindaco, sappiatelo, è
un sindaco pieno di vizi discutibili: ha l’abitudine di andare fisicamente a
controllare lo stato dei fatti dei vari lavori e delle condizioni delle
strutture. Ogni tanto lo si vede in giro, metro alla mano, a controllare misure
degli scavi e costi effettivi della manutenzione delle aziende che hanno vinto
gli appalti del comune. Complotto! Da quando in qua si controlla? È offensivo!
Come si permette? Dov’è finita la fiducia cieca verso i fornitori, quella che
ti fa chiudere gli occhi davanti a tutto?
E poi ci sono i problemi veri,
eh! Non capisco, per esempio, perché si ostini a darsi da fare per sistemare il
cimitero fatiscente quando lo si potrebbe tranquillamente lasciare così. Tanto
sono morti quelli, mica si lamentano. Al massimo se casca qualche calcinaccio
facciamo qualche cadavere in più, che sarà mai! E pretende anche che si segua
una gara su piattaforme certificate per dare la massima trasparenza. Ma mettici
sopra una bella chilata di cemento, altro che trasparenza. Non puoi aspirare
alla trasparenza, al massimo a un vedo-non vedo o a un nude look. Certe cose si
nascondono con stile! Dovrebbe imparare a insabbiare, coprire, occultare, un
po’ come fanno i gatti coi bisogni.
E poi basta autorizzare tutto
con questa facilità: carta! Carta! Ci vuole la carta! La BUROCRAZIA! La carta è
fondamentale non lo sa? Con la carta si incartano le cose, si impacchettano, si
immobilizzano, si fermano. E poco importa se ai bambini dell’asilo pioveva in
testa perché c’era il tetto rotto: quelli sono piccoletti, devono germogliare;
lasciamo che gli caschi l’acqua in testa e vedrà che crescono meglio.
Le cose, caro Sindaco, si
fanno piano piano, lento lento. Possibilmente mai. E fermando il fermabile.
Perché le regole sono regole, soprattutto se sei in gioco tu e il banco lo
vogliono tenere gli altri. Capito?
No caro mio, davvero non hai
capito come si fa il sindaco. Lo stai facendo in un modo che la gente non è
abituata a vedere. Guai ad amministrare come il buon padre di famiglia: meglio
farlo come l’amico dell’amico.
Torna a quello che le persone
conoscono: silenzio, impossibilità di parlarti direttamente, mancanza di
dialogo. A una specie di monumento sulla piazza. Con tanto di piccioni al
seguito. A questo sono abituate le persone.
Mica allo Steve Jobs della
politica: Stay hungry stay foolish.
Questi sono abituati a “stai sazio,
stai muto” (e fatti i cazzi tuoi).
Smetti di tirare fuori soldi di
tasca tua e le mani mettile in tasca ai tuoi cittadini.
Smetti di fare le cose
di pancia. Falle col culo.
Fidati: su questo c’è chi è pronto a metterci la
firma.
Non vorrai mica pensare di
poter cambiare le cose? O forse si?