27/12/12

Qui è tutto pieno di Don Corsi.



L’altro giorno io non c’ero e mi hanno detto che c’è stato qui il Peppino, quello di Casale che ha detto “Se le fanno fuori è perché qualcosa c’è sotto. Ti pare che uno arrivi a perdere la pazienza e ammazzare se non hanno fatto qualcosa di male?”.
Oppure la mamma della zia Lina che con fare consolatorio quando è nata Emma mi ha detto “Beh, dai, dopotutto va bene anche se è una femmina”.
O ancora un tizio in piazza che si lamentava perché la moglie l’aveva lasciato qualche anno prima ma ora è felice perché si è messo con una badante russa “E quelle sì che sono ubbidienti, non come le nostre donne che non ti stanno più a sentire”.
Vorrei chiedere a mio marito cosa ne pensa dei femminicidi di questi giorni. Ma giuro che ho paura della risposta. Perché Don Corsi è vicino a noi. Troppo orrendamente vicino.

22/12/12

Papale papale.

Auguri a quelli a cui il Papa non fa gli auguri. E pure a tutti gli altri.


20/12/12

Mia madre su Facebook



Tra tutte le tragedie della vita, questa rischierebbe di essere la peggiore. Ma ve la immaginate? Voi forse no, ma io si: tutta un “Che cosa hai pubblicato?”“Ma ti pareva il caso?"
E soprattutto il suo cavallo di battaglia: “Sei la solita!”
Mi farebbe il cazziatone 2.0 in barba a qualsiasi netiquette della decenza internettiana.
Scriverebbe sulla mia bacheca “Domenica venite a cena?”
Oppure “Hai coperto bene la bambina?”
E ancora “C’è l’IMU da pagare” o “Non chiamare Emma iena, sei sua madre!”
Tutto quello che, o bene o male, riesco a filtrare di persona o al telefono, finirebbe irrimediabilmente pubblicato ovunque.
Condiviso e deriso.
Ha imparato a usare gli SMS, vuoi che non riesca a destreggiarsi prima o poi anche con foto da condividere e post da linkare?
Lo so, potrebbe farcela. E la sola idea mi terrorizza. Ha le mie foto da nana fino a quando ero adolescente. Ha anche quelle del matrimonio… E gli aneddoti: infinite quantità di aneddoti dalla scimmietta Jsci Jsci fino al giorno della patente. Troppo materiale scottante perché passi inosservato. 
Ho una web reputation da difendere, accipicchia!
Per fortuna c’è l’età a farla desistere. Ha una cornice elettronica con le foto dei piccoli, la massima espressione del digitale per lei, e tanto basta a tenerla lontana dal web. Almeno finché i nipotini non diventeranno tanto sgamati da farle apprezzare come funziona un tablet, un pc, o peggio, un cellulare di ultima generazione.
Per ora siamo salvi, io e voi, perché davvero non avete idea di cosa si rischi.
E ora, per favore, visto che mia madre non è su facebook, vedete di non fare i bastardi e andare a dirle cosa ho scritto di lei.

11/12/12

Il mondo rosa.



La foto che vedete arriva direttamente dal catalogo di giochi di TOYS di quest'anno.
Giuro che la vorrei capire questa cosa del mondo rosa. Della geografia tutta al femminile.
Forse forse che il sud del mondo è meno povero se lo fai rosa?
Che la Russia è più divertente se la fai rosa?
I capoluoghi di provincia e regione così ti restano in mente meglio?
A me quando si parla di geografia al femminile, l’unica cosa che viene in mente sono le poche, pochissime strade intestate a donne.
Lì si che ci hanno cancellate, come se eroi e figure nazionali valessero solo al maschile.

Facciamola la geografia al femminile. Perfetto. Va bene.
Intestiamo una via a ogni donna morta per femminicidio. Scommettiamo che facciamo in fretta a tingere di rosa, o meglio, di rosso, tutta l’Italia?

05/12/12

#vitadamamma

A Emma piace così tanto il presepe di nonna con la fontanella vera che sta facendo il bidè a tutte le pecore.


28/11/12

#senondormi eventi

Emma, se non dormi mamma dovrà cominciare ad alcolizzarsi per motivare la disperazione. Potrò mica continuare a scaricarmi in palestra: che ne facciamo della trama disperata della vita? Dovrei essere grassa e sfatta. Altrimenti di cosa ti lamenti da grande? Di una madre col culo granitico?

#senondormi ancora

Emma, se non dormi arriva l'uomo nero. Che fa felice mamma. Mentre tu te ne stai nel lettone con papà. Ecco.

#senondormi

Emma, se non dormi va bene. Ma almeno impara ad accendere e spegnere la tv sa sola e quando vieni a letto spegni la luce. Accidenti.

25/11/12

Oggi no

Un altro post contro la violenza sulle donne non lo voglio fare.
Sono stanca.
Stanca di vite spezzate. Stanca di dovermi preoccupare come educo una figlia, sperare che torni a casa tutti i giorni viva. E che a qualcuno non venga in mente di farla fuori.
Perché per me ormai è cosa fatta. Se mi ammazza qualcuno sarà l'autostrada, un tumore, qualcosa che va storto nell'agenda quotidiana. La sfiga.
Il femminicidio no. Non penso. Dovrei essere al sicuro.
E intanto mi viene da pensare a tutte quelle che non lo sono.
Tremo, e un po' mi faccio anche schifo, perché sto già pensando alla prossima prima pagina di qualche giornale. Alla prossima vittima in copertina.
Perché lo so che ci sarà la prossima.
Lo so.
Siamo in Italia. E ci sarà la prossima.
Ma finirà mai?




12/11/12

Creatività: questa sconosciuta.

Se c'è una cosa che vieto ai miei allievi del corso di comunicazione è copiare. Riprendere paro paro le idee degli altri non serve a nulla. Non voglio vedere scopiazzature. Posso tollerare le citazioni, ma solo se sono intelligenti, pungenti e fanno evolvere un contenuto.
Quello che sto vedendo invece dalla comunicazione politica italiana è quanto di peggio ci possa essere.


Non parlo solo di manifesti elettorali: quelli fanno pietà da qualsiasi movimento politico li si guardi.
No, io parlo di queste cose: parlo del PD che in un momento di crisi come questo traveste i propri uomini di punta da supereroi. Ma ci credete davvero a 'sta roba? Io lo voglio guardare in faccia quello che ha proposto questa idea. E ancora di più voglio guardare in faccia quelli che l'hanno approvata.
Ma avete idea del boomerang che vi sta tornando indietro?
Altro che super poteri. Qui neanche i miracoli vi salvano.


Per non parlare poi di questo.

Io non commento il contenuto politico, eh. Non ne faccio una questione di idee o di correnti: ne faccio una questione di idee di comunicazione. Ma possibile che non si riesca a fare niente di meglio che scimmiottare una campagna di Benetton? Ma poco poco, qualche idea decente dal cappello (o da qualche altra parte) riuscite a tirarla fuori? Ma un creativo che sia degno di questo nome, non ce l'avete per le mani?

Eccolo lo specchio della politica italiana. La mancanza di idee, di programmi, di contenuti che si manifesta anche nel vuoto della comunicazione pre elettorale.
Chi non ha idee proprie usa (male) quelle degli altri.

L'Italia è piena di creativi validi capaci di fare buona comunicazione. Basta cercarli. E pagarli.



07/11/12

Quello che il corpo dice.

Ho fatto un gioco. Ho scaricato le foto delle Winx. Poi ho cercato su Google delle pose simili, usando delle semplici parole chiave che secondo me corrispondevano. Ecco il risultato.
Le parole chiave su Google per questa foto sono state "posa sexy"

Le parole chiave su Google per trovare questa immagine sono state "posa sexy seduta"

Questa è stata trovato googlando "posa sexy braccia alte"
"posa sexy in ginocchio"

Trovata su google con "posa sexy da dietro"

Su Google cercando "posa sexy"

Trovata cercando su Google "posa sexy seduta".

Ora: non che le Winx siano il male. Sono male le pose, gli ammiccamenti, il fatto che vengano proposte a un pubblico che non ha senso critico sulla carica erotica che trasmettono. Se una bambina imita le pose delle Winx, quello che ne esce sono esattamente i contenuti delle foto accanto. La domanda è: che messaggio passa all'esterno se una bambina si atteggia in quel modo? Che cosa sta dicendo il suo corpo? E lei, che cosa capisce davvero del messaggio che sta dando?
Ma soprattutto che cosa dice il corpo delle Winx quando si mettono così?

Il corpo delle Winx parla un linguaggio adulto. Dice cose da grandi. E lo dice forte e chiaro. Perché c'è tutta questa fretta nel far imparare a bambini e bambine il linguaggio dell'erotismo?

Quando guardavo la tv con mio nonno e c'era qualche immagine di seno un po' troppo scoperto, se c'era un bacio troppo appassionato o se secondo lui i contenuti non erano adatti, commentava con un "Che sporcaccioni! Non si fanno quelle cose davanti a tutti!".
Scrivo libri erotici, consumo abitualmente filmati porno, frequento sexy shop e ho un rapporto gioioso e sereno col sesso.
Eppure mai e poi mai farei bruciare le tappe a mia figlia in un ambito così delicato. Sono certa che se mio nonno ci fosse ancora, davanti alle Winx sentenzierebbe un chiaro e diretto "Sporcaccione!".



02/11/12

Patate, non fatate. Patate.



“Zia le Winx! Mi fai vedere le Winx?
Alice corre di là e le accendiamo la tv. Inizialmente non ci faccio caso, siamo a tavola e non guardo il cartone.
Poi mi cade l’occhio sulla pausa del cartone. Dove una ragazzina mulatta carinissima, ancheggia da sexy diva vissuta. Chiedo: “quanti anni ha quella?”
“Mah, diciotto almeno, ma sembrerà più giovane.” Mi rispondono gli amici che le fanno vedere abitualmente alla figlia.

La ninfetta si dimena, seguita a ritmo da un gruppo di bambine- quelle si, bambine davvero- che la copiano in tutto e per tutto.
Dall’ancheggio alla smorfietta.

Poi comincia il cartone e finalmente le vedo in azione queste benedette Winx.
C’è una frase del mio amico che vale più di ogni altro giudizio:
“Mi piace guardarle rispetto agli altri cartoni, oh, ci sono certe patate!”
E patate in effetti sono: autoreggenti, minigonne, pance fuori, scollature e tanti, tantissimi ammiccamenti.
Ogni posa è un inno alla sensualità: bacetti lanciati su due dita, strizzatine d’occhio, anca sempre in fuori e sederini sporgenti. Tacchi altissimi. Guanti sopra il gomito.
Cosa fanno le Winx? Non lo so. Non l’ho capito. Ho visto solo delle grandi trasformazioni da gnocche a supergnocche. Un gran frullare d’ali, glitter e rossetto.
Un po’ di magia lanciata a piene mani contro i cattivi e bon.
Il modo per riconoscere le Winx? Non dal carattere o dal talento, ma dal look.
Ho capito che sono 7. Tutte magre e in forma. Tutte coi tacchi. Tutte con abiti attillati. Leggono? Scrivono? Hanno talenti particolari? Non so.
Nulla a che vedere con “Piccole Donne” dove il mio mito era Jo: una che si era fatta tagliare i capelli lunghissimi per portare a casa qualche soldo. Jo: quella col nome da maschio che scriveva.
Oppure con "Creamy" altro cartone dove una bimbetta poco caruccia si trasformava in una cantante in minigonna, ma con i gambaletti...


Le Winx no. Non si capisce cosa fanno. Magie in genere. Hanno più talento per come si agghindano che per quello che fanno.

Sono patate. Non fatate. Patate.

Lo so che non potrò proteggere Emma a vita da questo immaginario, ma dannazione, le autoreggenti e le mossette a 4 anni, proprio no.
Lasciate che siano bambine. Non ninfette. Bambine.




25/08/12

Galline.


E' arrivato l'ovetto Kinder sessista. E' rosa, contiene sorprese per femmine  - ovvero braccialettini, collanine, anellini o pupazzetti delle supergnocche alate Winx.
Tutto per essere più carine.

Per aprirlo le bambine dovranno covarlo.


06/08/12

Il bikini di Chiara.



“L’hai mai letta la Palazzolo? Secondo me potrebbe piacerti. Avete qualcosa di simile voi due. Scrive horror ma non i soliti… chiedi in casa editrice di dartene una copia. È anche lei Piemme.”
Mi disse così qualche anno fa la mia agente quando mi invitò a leggere uno dei libri di Chiara. 
Per me lei è rimasta sempre e solo Chiara. Chiara Palazzolo.
In casa editrice mi avevano dato una delle copie stampate per i venditori, non una di quelle ufficiali…
La conservo ancora nella mia libreria.
Ricordo che l’avevo cominciato con qualche riserva perché io l’horror… mah… non è il mio genere.
E invece aveva ragione Agnese, quell’horror era straordinario. “Non mi uccidere” è stato il libro che mi ha fatto conoscere Chiara. Ho chiesto la mail alla mia agente e le ho scritto, così, di getto, per dirle quanto mi fosse piaciuto. Per dirle che la stimavo e non vedevo l’ora di leggere altre cose sue.
Da lì siamo diventate amiche. Ci siamo raccontate via mail. Ci siamo sentite qualche volta al telefono.
Una persona stupenda e combattiva che mi scriveva con orgoglio che si era rimessa il suo adorato bikini, come successo e trionfo massimo contro il tumore che aveva vinto. 
Si era rimessa il suo mini bikini adorato.
Ricordo come mi aveva detto che immergersi nel personaggio di Mirta l’aveva aiutata a sopravvivere alla malattia. “Ci sono già passata” mi diceva “Ci sono già passata perché l’ho già vissuto con Mirta” ed è proprio lì la forza e la magia della scrittura: vivere la vita di qualcun altro. Provare le cose. Farti forgiare dal dolore dei personaggi. Mirta era stata la sua palestra contro il cancro. La pelle dentro cui allenarsi a combattere. E vincere.

Le avevo scritto appena nata Emma. Le avevo detto “ho provato a leggere il tuo libro ma mi terrorizza da morire… giuro che ce la farò a leggerlo, ma mi fa davvero paura”. Era un complimento per lei.
Mi disse che stava scrivendo qualcosa di nuovo, qualcosa che stava facendo paura anche a lei.

Come ogni estate mi stavo ripromettendo di sentirla.
Era questo il nostro periodo… estate e inizio anno per dirci a che punto stavamo con la vita.


Ieri sera Chiara se n’è andata. 
E non ci sono parole per dire quanto mi mancherà.
La cosa che mi fa più male è che non sono riuscita a salutarla.


19/07/12

Manager e incinta: tanto stupore per nulla.



Marissa Mayer, ex capoccia di Google che ha deciso di andare a lavorare per Yahoo! è finita sulle prime pagine dei giornali. Perché è brava? No. Perché è una donna a capo di una grande azienda e soprattutto perché, mioddddio, è pure incinta.

La domanda giunge spontanea: e quindi?
A me viene da dire “e quindi?” perché penso che una che riesce a starsene tra quelli che contano in Google, rischia di far impallidire chiunque anche a Yahoo!. 
Anzi: trovo che abbia un gran fegato visto che un sacco di altri AD hanno mollato l’impresa prima di lei.
E invece mi sono resa conto che non è mica per il carattere e il talento che è finita sui giornali.
No no. Quello che ha fatto notizia è che è stata assunta anche se era incinta.
Ripropongo la domanda: E quindi?
Tanto stupore per nulla.
Ci terrei davvero tanto a tranquillizzare soprattutto quelli che pensano che la maternità sia una specie di stato di grazia in cui ti trasformi in una vergine intoccabile. Tranquilli: la maternità trasforma il fisico, magari ti impalla gli ormoni e si, in genere ti lascia qualche chilo in più e magari una bella cicatrice sulla passera, ma di fatto nulla che non sia conciliabile col lavoro.
O indubbiamente nulla che al suo livello non sia conciliabile col lavoro, perché certamente, una volta figliato, avrà certamente uno stuolo di babysitter e assistenti che l’aiuteranno.
Anzi, io la prenderei proprio come modello: visto che lo stato non offre asili nido e assistenza come si conviene a un paese civile, ragazze, meglio puntare ai posti di potere e fare una fracca di soldi, almeno è possibile pagarsi l’assistenza ai pargoli e continuare a lavorare serenamente.
Puoi lavorare se hai figli? Si.
Puoi lavorare col pancione? Fino a che arrivi alla scrivania si, poi al massimo il computer lo appoggi su qualcosa che non ti dia noia ai movimenti.
Puoi tornare subito dopo aver partorito? Certo che si. Se una non vuole farsi un anno di maternità, libera di farlo.
Puoi lavorare e allattare? Certo. Se nessuno si scompiglia perché tiri fuori la tetta in pubblico, si può eccome. Al massimo passi al biberon (e ve lo sta dicendo una cresciuta a forza di latte artificiale, quindi si può eccome).

E quindi?
Quando la smetteremo di considerare eccezionale qualcosa di estremamente normale?
Alla fin della fiera è dall’alba dei tempi che figliamo senza troppe scene.
Quindi non si capisce dove sia il problema. O la novità. O la notizia.

Se tutto questo clamore si facesse anche per gli uomini?
LO ASSUMONO E TRA DUE MESI DIVENTA PADRE!!!! Eh. E allora?

Ribadisco: non vedo dove sia il problema. Vedo solo dove sta il limite di un pensiero che ci frena da troppo tempo.

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