19/05/11

"E' l'ADCI, Signora mia!" e risposta.

Qui potete leggere l'articolo che ho scritto sulla presenza femminile nell'Art Directors Club Italiano.

Qui c'è la bella risposta di Annamaria Testa (che ringrazio tantissimo)

16/05/11

La coerenza dell'ADCI.

L'ADCI è l'Art Directors Club italiano, in teoria dovrebbe raccoglie le migliori menti pensanti e praticanti della pubblicità italiana.
Quest'anno ha orgogliosamente redatto un manifesto deontologico dell'ADCI che comprende soprattutto il corretto utilizzo dell'immagine femminile all'interno delle pubblicità.
Per la parità. E perché, insomma, se c'è stato tutto quel casotto rosa in piazza, vuoi non tenerne conto?
Bene.
Bravi.
Clap clap.
Dovete anche sapere che come ogni anno vengono rese pubbliche le giurie che decreteranno i migliori lavori creativi della pubblicità italiana.

Ecco i nomi:
sono 43 per l’adv (ovvero per la pubblicità tv/stampa e radio):
Agnello Dario, Albanese Luca, Anzani Fabio, Baccari Alberto, Bertelli Bruno, Boccassini Cristiana, Boscacci Davide, Bozza Francesco, Campora Stefano, Cesano Paolo, Cinti Maurizio, Citterio Alberto, Collini Bosso Rosemary, Cornara Guido, Cremona Marco, Del Pizzo Gaetano, Di Bruno Serena, Fontana Aureliano, Gallardo Hugo, Gasbarro Vincenzo, Gitto Vicky, Gonni Pier Giuseppe, Grasso Michela, Guerrera Francesco, Lampugnani Nicola, Lorenzini Luca, Maestri Pietro, Mainoli Flavio, Marcellini Cristina, Orlandi Alessandro, Pannese Luca, Ricci Daniele, Rossi Davide, Sabini Alessandro, Scotto di Carlo Luca, Silva German, Simonetti Francesco, Taddeucci Francesco, Tonnarelli Cristiano, Venturelli Marco, Viganò Marco, Vohwinkel Bruno, Zamboni Luca.
10 i nomi per il Web: Brunori Alex, Comino Luca, Cotti Leonardo, Di Battista Antonio, Longo Massimiliano Maria, Marini Patrizio, Musilli Manuel, Musto Gaetano, Righi Matteo, Spaccapeli Vincent.

Sono 5 donne su 43 nell'adv.
E nessuna nella sezione web.


Ci vorrebbero le quote rosa anche qui.
Perché secondo me l'ADCI potrebbe essere molto diverso se ci fossero più donne.
E sarebbe molto diverso anche il risultato delle votazioni.
E la credibilità del Club stesso.

Io credo che nell'ADCI ci sia ancora parecchio da fare.
I buoni intenti sono una cosa, ma cambiare davvero la mentalità è un'altra.

Per quel che mi riguarda insiste ad essere il solito circolino chiuso di persone - o meglio, di maschi- che si danno delle gran pacche sulle spalle a vicenda.

Si, si. Certo. Bravi.
Clap, clap.

12/05/11

Infatti Striscia.



“Beh, cosa c’è di male a fare la velina?”

No, è vero. Non c’è niente di male. Non c’è niente di male se una è gratificata dallo stare seminuda su un bancone alla trasmissione più vista del palinsesto italiano. Non c’è niente di male se è felice di avere un’immagine esclusivamente erotizzata, senza essere apprezzata per nessun altro talento.
Non c’è niente di male se una è contenta di parlare solo su copione, solo se imboccate.
Non c’è niente di male se una è felice di andare a tendere un’imboscata a Lorella Zanardo, all’uscita di un incontro sul suo libro, e aggredirla di domande senza lasciarla rispondere.
Se una di sente fiera di sparare a zero contro Lorella, ed è contenta di farlo senza informarsi, senza prepararsi, senza affrontarla in maniera matura, senza parlare con calma a quattr’occhi, cercando di capire, evitando accuratamente di parlare durante la presentazione che era appena finita, ma saltandole addosso al buio, di notte, può farlo.
Non c’è niente di male a servire il capo, e andare a fare il lavoro sporco al suo posto. Se lo vuole fare, è libera, lo faccia pure. Non infrange alcuna legge.
Non c’è niente di male.
Non c’è niente di male neanche a stare lì, in trasmissione, a fingere di difendere i diritti delle donne su ordinazione del capo, tentando di tirare acqua al proprio mulino facendo vedere che gli altri fanno peggio.

Libere, liberissime di farlo. Anzi, mi ha addirittura fatto piacere che per l’occasione le abbiano rivestite.
Non c’è niente di male a fare il quarto di manzo, a fare il burattino, la donna inutile, il contorno. Non c’è assolutamente niente di male, se una ci crede.

Se una lo vuole fare, lo faccia. Non è questo in discussione.
Quello che c’è di male è che tutto questo è fatto per un target, per il pubblico. Tutto questo è fatto in virtù dell’attenzione di chi si trova dalla parte opposta dello schermo.
Contente voi, a me va benissimo.
Il problema è che dall’altra parte ci sono io e a me non piace vedervi così.
A me non piace vedere che siete messe lì, esposte, usate, addomesticate.
Non mi piace che vi usino. E tutto questo, in teoria, lo state facendo anche per me, che sono davanti alla tv, insieme ad altre donne.
Perché ve lo ricordo, il pubblico non è fatto di soli uomini e quindi grazie, ma a me non interessa vedere che fate le sexy; mi interesserebbe di più vedere che il vostro talento sia davvero usato bene.
Non così.

A me non piace. E dall’altra parte dello schermo ci sono io.
Quindi andate pure avanti ad essere orgogliose di quello che fate. Non c’è niente di male a ballare in mutande su un tavolo. C’è di male che da anni ci spacciano quello come unico talento femminile. Come unico esempio. Come unica donna possibile.
Non critico voi come donne. Critico il sistema che non vedete. Quello stesso sistema che sta usando un dispiegamento agghiacciante di forze per nascondere quello che ormai è sotto il naso di tutti:
a noi donne questo tipo di tv, questo tipo di rappresentazione, non piace.

E vi ricordo che a capo di tutto questo c’è sempre un uomo, che da molti anni spaccia questo tipo di immagine della donna.
Non è un caso, vero?
Non prendetela come una guerra tra donne: non lo è. E’ una guerra all’ignoranza. Questo sì.

Ah, quella della foto è un’altra esibizione di una donna- sempre della stessa trasmissione- donna della quale nessuno ricorda il nome. Solo il sedere, e che per molte sere è andata in onda così. Bellissimo paio di chiappe, niente da dire, beata lei. Però questo uso della donna in tv non mi piace. Magari è una straordinaria cantante o una fantastica presentatrice, e non lo sapremo mai. E se per caso non sa fare davvero niente di meglio che questo la domanda è: perché devo spesso vedere donne incapaci in tv, o presunte tali? Quelle in gamba dove sono?

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