24/05/14

Per giunta: 13 tipi di assessori che rischiate di trovare nel vostro comune.



Tipi umani, come direbbe qualcuno, drammi dell’evoluzione, li definisco io. Ecco degli esempi di individui che, chi più chi meno, avrete tra i banchi della maggioranza o della minoranza del vostro comune. Ovunque viviate.

Il candidato sindaco (o sindaca): per definizione persona poco fotogenica che, per un periodo di circa un mese, compare in ogni dove come neanche Chi l’ha visto potrebbe fare: con la sua faccia in formato 100x70 riporta in auge le teorie del Lombroso che, improvvisamente, diventano papabilissime e sensate a tutti.


Il sacrificio umano. Lui non voleva candidarsi. Ma gliel’hanno chiesto gli altri e, a malincuore, ha accettato. Però giura che non voleva. Ogni cosa è un peso: seguire le riunioni significa sottrarre tempo alla famiglia, rivestire una carica significa scegliere di lasciare il proprio lavoro. Una cosa orrida, insomma. Già che c’era ne ha approfittato e ha lasciato in anticipo la moglie, tanto l’avrebbe piantato lei perché la politica lo assorbirà completamente. Il sacrificio umano il giorno delle elezioni viene crocifisso sulla pubblica piazza, se eletto si porta il cilicio in consiglio comunale e  Pasqua viene sacrificato come una agnello. Amen.


Dottor Jekyll e Mr Hyde. È una persona apparentemente a modo. Apparentemente cordiale, apparentemente equilibrata. Poi, in campagna elettorale, scopri che è uno psicopatico dalla doppia personalità, minaccia chiunque sui social network, in pubblico si aggira bofonchiando cose inaudite annunciando l’apocalisse se vengono eletti quelli che non rappresenta lui. Torna normale dopo le votazioni. Però il bipolarismo latente resta per tutta la legislatura e compare quando meno te lo aspetti. Di solito coi chiari di luna.


Io no basta. L’"io no basta" si dice stanco delle elezioni. Stanco di sentirsi criticare dalla gente. Stanco della politica. Stanco delle cose da fare. Stanco Stanco Stanco. Se gli chiedi se scenderà in politica di nuovo ti risponde convinto “Io no, basta”. Poi lo trovi sui manifesti perché si è candidato di nuovo.


L’inutile. Tutti si domandano cosa sia lì a fare. Pure lui.


Il mani in pasta. È un piacione simpatico, fa il brillante con tutti e sembra innocuo. Si aggira dappertutto anche a ore strane. Trovi curioso che sia ovunque come il prezzemolo. Dopo qualche tempo scopri che ha preso appalti che neanche Finmeccanica, che in quelle stesse aziende ha sistemato tutta la famiglia, che tra un po’ lo vedrai come amministratore delegato di una multinazionale di cui è socio di maggioranza. Ha comprato un’isola nel pacifico ma si aggira ancora con una vecchia Panda. A quel punto, e solo allora, capisci il perché del soprannome.


Il mastino: è il cane da guardia di qualcuno. Abbaia feroce contro tutti, si aizza a comando, sostanzialmente ubbidisce e all’occorrenza scodinzola. Individuarlo è facile, basta utilizzare il metodo pavloviano: buttate una manciata di croccantini sul pavimento: se sbava, è lui.


L’uomo dei numeri: Li dà, nel senso che sembra un invasato. Calcola tutto: dai bilanci agli avanzi, al costo del bicchiere del caffè ammortizzato per il tempo in cui lo si consuma. L’uomo dei numeri è prolisso, fiscale e puntiglioso. Un rompiscatole insomma. E se gli dite che vi ha rotto le palle, vi calcola in quanti pezzi e con l’addizionale IRPEF.


Il Tecnico: È bravissimo nel suo settore e solo in quello. Pertanto tira acqua al suo mulino su ogni proposta all’ordine del giorno : se è un fiorista, per esempio, proporrà dei dossi fatti con delle aiuole fiorite, se il bilancio appassisce proporrà di concimarlo e se la società idrica ha dei buchi di perdita propone di metterci dei fiori dentro. Quando in consiglio sente parlare di crescita, anche se si tratta di disavanzo, gongola felice.


Il furbo: va a giocare alle macchinette durante il periodo di lavoro. Percepisce gettoni presenza anche quando è assente. È un campione ad imboscarsi. Ufficialmente è disoccupato ma lavora in nero e tutti lo sanno. Nessuno lo vota perché sta sulle balle a tutti. Eppure è sempre in carica. Chissà perché.


Il figlio di papà politico. I seguaci del padre rivedono in lui i fasti dell’età paterna, gli oppositori vedono i nefasti presagi della continuità genetica. Suo malgrado ha già il destino segnato, come la Monaca di Monza: da piccolo non aveva il banchetto di scuola ma i banchi di Montecitorio. Tra qualche anno sai che lo vedrai a Porta a Porta da Bruno Vespa a commentare un plastico. Ti fa pena e pensi a come sarebbe stato se avesse avuto una famiglia normale.


L’uomo dei servizi sociali: è un mite, fa il volontario in Croce Rossa, alla Protezione Civile, quando ha del tempo libero corre a far attraversare i bimbi sulle strisce fuori da scuola. In quanto a santità se la gioca con il Sacrificio Umano. Non affidategli il bilancio perché ha le mani bucate: non perché spenda e spanda ma perché è tanto buono che a Pasqua gli compaiono le stigmate sui palmi.


Il creativo: è quello che risponde a ogni cosa all’urlo di “si può fare!”. Snocciola idee a tutto spiano, offre soluzioni al limite dell’impossibile. Il suo mantra è il celebre discorso “Stay Hungry, stay foolish” di Steve Jobs al quale si ispira. Il creativo è quello che risolve il problema dell’inquinamento con un flash mob e le carenze di bilancio con un’azione di gherriglia.
Quando muore sulla lapide si fa scrivere “Tranquilli, c’è sempre un’alternativa”.



N.d.A.: Queste descrizioni sono frutto di fantasia e non si riferiscono a nessuno in particolare... se vi riconoscete forse significa che è arrivato il momento di farsi delle domande. :)

17/05/14

Il regalo alla mamma: quando il tempismo è perfetto.




Mio marito sa che ci tengo a festeggiare le ricorrenze, e la nascita di un figlio è una di quelle fondamentali, in cui è giusto fare un regalo alla mamma.
Il regalo però non è arrivato esattamente il giorno della nascita di Giovanni.
Non è arrivato neanche il giorno dopo.
Non è arrivato nemmeno i mesi successivi, né per il mio compleanno, né per San Valentino.
A dirla tutta ha bollettato anche la festa della mamma con un tempismo e una puntualità che mi stavano lasciando senza speranza.
Poi, due giorni fa, finalmente la svolta.

Mi vedo arrivare Emma con in mano un pacchettino arancione, e tutta contenta mi dice "mamma regalo papà!".
Certo, una tenerezza senza eguali: tuo marito preso da una sferzata di romanticismo ti fa il regalo che sogni, e manda la tua piccola in missione a consegnartelo.
Tutto incredibile e perfetto, in pieno stile Mulino Bianco, se non fosse che in quel preciso istante mi stavo facendo il bidet.
Si, è andata così, con Emma che insisteva a darmi in mano il pacchettino dicendo “mamma api! Api regalo!” e io fieramente assisa sul lavabo mentre mi sciacquavo il sapone dalla passera.
Che dire? Mio marito ha davvero un tempismo perfetto nel farmi i regali ! J

(si, ho ricevuto una veretta simile a quella della foto ma una roba tranquilla, di zirconi… non disturbatevi a scassinarmi casa).

09/05/14

Desigual: la madre degli stupidi è sempre incinta.

 

L’avete visto lo spot di Desigual per la festa della mamma?  È questo qui.
Se non avete voglia di guardarlo ve lo racconto: c’è questa tizia con un vestitino Desigual che, guardandosi allo specchio si infila un cuscino sotto, mimando una pancia da donna incinta. Si guarda, si piace, poi sfila il cuscino e ha una geniale pensata: la vediamo un attimo dopo tutta sorridente che buca la custodia dei preservativi, quelli che ipoteticamente- immagino- userà col fidanzato.

Ora, in un periodo storico come il nostro dove l’allarme HIV e AIDS ancora non è rientrato, credo che sia più che controproducente invitare le donne a bucare i preservativi.
È altissima la possibilità di emulazione da parte dei giovani, ma attenzione, non da parte di chi vuole diventare madre, bensì dei cretini che rischiano di mettersi a bucare le confezioni per puro divertimento.
Bucare un preservativo ti mette a rischio gravidanza, ma ti mette ancor più a rischio malattie veneree sessualmente trasmissibili.

Detto brutto, se una vuole rimanere incinta bucare un preservativo è l’ultimo dei suoi problemi. Basta mentire e dire che si prende la pillola, sarebbe più credibile.
Ma detto questo siamo ancora a questi livelli di bassa consapevolezza per diventare madri? Non era meglio una campagna di sostegno a chi madre non lo vuole essere vista la pericolosa piega ferocemente antiabortista che ha preso la Spagna in questo ultimo periodo?
Quello si che sarebbe stato un #noidecidiamo forte e chiaro.
Non questa roba che ci vuole stupide, a caccia di sperma (come se fosse difficile da recuperare, peraltro).
Ci sono molte coppie che hanno difficoltà a concepire… perché non fare un bel lavoro di marketing sui social invitando abitini con un in bocca al lupo per la voglia di non mollare?
Si potevano fare tante cose, avere tante buone idee.
Questa non lo è.
Questa è la dimostrazione che la madre degli stupidi è sempre incinta. E veste Desigual.

Spero che l'azienda trovi presto una nuova direzione di comunicazione, più adatta al brand.
Se vogliono qualche idea basta chiamarmi.
Cosa ne pensate? (vi prego, evitate i commenti della serie “basta che se ne parli”. Non è più una giustificazione accettabile).

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