17/05/12

Quello che (non) ho sono le donne.


Ieri è finito Quello che (non) ho. Quello che non ho avuto sono state le donne.

Ho spulciato il sito e contato gli ospiti:
Le donne sono state circa 10, di cui una con soprannome vezzeggiativo: 
Luciana Littizzetto (detta Lucianina), Elisa (cantante, eppure muta fino agli ultimi minuti), Isoke AikPitanyi, Vanda Bianchi, la Capacchione, Francesac Sinibaldi, Azam Zangahen, Romana Blasotti, la mamma di una vittima di Beslan, la poetessa della primavera dei gelsomini.

Gli uomini 44 (e badate bene che i Litfiba li ho contati come uno e Saviano e Fazio li sto escludendo, essendo "padroni di casa"):
Franco Moretto, Walter Siti, Bartezzaghi, Massimo Bubola, Enzo Bianchi, Ermanno Olmi, Roberto Koch, Marco Paolini, Giuseppe Gullotta, Valerio Magrelli, Claudio Magris, Claudio Santamaria, Nicola Piovani, 4 scortati, Paolo Rumiz, Pacifico, Salvatore Settis, Nicola Piovani, Rocco Papaleo, Ettore Scola, Paolo Giordano, Raffaele La Capria, Haim Baharier, Achille Selleri, Francesco Guccini, Maurizio Brusoni, Vinicio Capossela, Litfiba, Pierfrancesco Favino, Maurizio Ladini, Erri De Luca, Paolo Rossi, Yvan Sagnet, Gad Lerner, Marco Travaglio, Massimo Gramellini, Carlo Pettini, Pupi Avati, Raphael Gualazzi, Cesare Moreno, Claudio Santamaria.

Probabilmente ho dimenticato qualcuno, ma più o meno il succo di capisce:
pare che abbiamo poco da raccontare, e quando apriamo bocca è perché siamo le coraggiose mamme di qualcuno, mogli di vittime, comiche, cantanti di contorno, puttane.
Vorrei sapere: ma non c’erano registe donne da chiamare? Religiose? Fotografe? E attrici? Le attrici! Si! ... Nessuna? Sicuri?
Avete proprio cercato bene bene bene?
Nessuna single capace di raccontare come ti facciano firmare dimissioni in bianco quando ti assumono? Nessuna artista capace di raccontare coi ricordi qualcosa di intenso? No?
Qualche professionista arrivata all’apice del successo solo con le proprie forze, alla faccia di un mondo maschilista?
Nessuna capace di raccontare, non so… quaderno, tempo, lusso, zuzzurellone, treno, africa. 
No? 
Ne siete certi?
Beh, visto che avete le parole, ma evidentemente vi mancano i nomi, la prossima volta chiamate, che qualche donna valida noi donne ve la sappiamo indicare di sicuro.

A Quello che (non) ho chiedevano una parola.
Io ce l’ho una parola per loro: “Vaffanculo”.



11/05/12

W l'inferno, allora.

Leggo che domani ci sarà una "marcia per la vita" a Roma.
Patrocinio del comune, organizzazioni pro-life schierate. E articoli con titoli a dir poco aberranti:
"una donna che abortisce porta la sua anima all'inferno".
Quello che più mi lascia sbigottita è vedere come quelle persone che si professano cattoliche sono spesso le prime ad avere una ferocia e un'incapacità d'ascolto verso le altre idee che rasenta la dittatura.
Non mi piace questo voler a tutti i costi imporre il proprio punto di vista come l'unico giusto.

Non amo questo atteggiamento di intolleranza.

Dicono di difendere la vita. Ma perché, pensate che chi sia a favore del diritto all'aborto automaticamente odi la vita?

Invece la vita l'amiamo, ma così tanto da capire quando non siamo in grado di assicurarla in maniera dignitosa a un figlio.
La 194 è una legge giusta, che funziona, è stata votata dal popolo e l'Italia è uno stato laico. Che piaccia o no.

Io la penso così e resto comunque una cattolica.
Dite che Dio non sarà d'accordo?
Dio capirà.

Probabilmente più dei pro-life.


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