22/05/09

Accanimento.

In Veneto tre imprenditori, angosciati dall'idea di dover licenziare, si sono uccisi.
Che io sappia gli stronzi che hanno licenziato me stanno benissimo e dormono sonni tranquilli...

19/05/09

Toilettes


Il bagno delle signore, visto dalle signore.
Loro e tante altre a Roma.
Le trovate qui.

14/05/09

Speravo di no.



E invece c'è anche sul social network: Miss Facebook.
Le caratteristiche? Le solite. Essere fighe. Il voto? Estetico.
Come facciano poi a "mettere in luce le tue potenziale e premiare i tuoi risultati" non so.
Forse con trucco, parrucco e le solite chiappe al vento.

Che palle!
(e come nella migliore tradizione, impossibile sapere chi ci sia dietro a tutto questo).

12/05/09

Silent, please.

Beatrice Borromeo non mi piace.
Non mi piace a pelle, per pura simpatia personale.
Non mi è piaciuta l'unica volta che l'ho vista ad Anno Zero, infatti ho cambiato subito canale.
Non mi piace neanche ora.
E' la classica persona con la quale, temo, avrei poco da spartire.
Forse è colpa anche dell'ambiente da cui arriva e in cui si è formata.
Nascere in una famiglia ricca è diverso, non c'è niente da fare.

Trovo che non sia una comunicatrice. Colpa del modo di parlare, del tono... non so.
Non la amo.
Ma ciò non toglie che quello che le è capitato dalla Bignardi sia sbagliato.
La censura è un atto gravissimo. E' il termometro della libertà d'opinione.
Da lì alla dittatura il passo è breve (anzi: l'avete visto il film "L'onda"? Ve lo consiglio. E' illuminante).

Da qui in poi tifo per lei, senza simpatia, ma tifo per lei.
Quando una ha ragione, ha ragione.

La trovate qui:
http://www.youtube.com/watch?v=XKPVCatNPgo.

Ha compiuto tre anni


E neanche me ne sono accorta!
E' stato ieri.
Da non credere.

11/05/09

Per Gaia. E per tutte le altre che non vogliamo essere noi.



Copio e incollo una petizione che gira in rete:

"C’è un fotografo in Italia che da oltre quindici anni va a fotografare manifesti di pubblicità sessiste in giro per Milano. Si chiama Ico Gasparri, e ora ha avuto l’idea di creare un protocollo contro la pubblicità sessista, a cominciare da quella stradale.

Per aderire al protocollo non occorre un documento di identità ne’
una firma da depositare. Basta rispondere alla mail pcps@fastwebnet.it scrivendo i propri dati (cognome, nome, data di nascita, città di nascita, professione, città e provincia di residenza ed e-mail indispensabile) e scrivere: aderisco al protocollo contro la pubblicità sessista.

Possono firmare singole persone (di ogni nazionalità) ma anche associazioni, enti, organizzazioni varie. l’adesione delle associazioni non annulla quella delle/dei socie/soci che invito ad aderire anche a proprio nome.

Ecco il testo del Protocollo:

Il Protocollo contro la pubblicità sessista intende proporsi come uno strumento di partecipazione attiva delle cittadine e dei cittadini alla vita collettiva: una militanza per un diritto violato, una vera e propria campagna di civiltà.

Questo strumento intende ostacolare con campagne di opinione civile la diffusione di tutte quelle forme di “comunicazione pubblicitaria a fruizione obbligatoria” – in altri termini dicampagne pubblicitarie affisse in luoghi pubblici – che trasmettano non solo esplicitamente, ma anche in maniera subdola, edulcorata, camuffata, allusiva, simbolica e subliminale, messaggi che suggeriscano, incitino o non combattano il ricorso alla violenza esplicita o velata, alla discriminazione, alla sottovalutazione, alla ridicolizzazione, all’offesa nei confronti delle donne.

Con il protocollo non si intende contestare i prodotti, i concetti, le aziende o i marchi rappresentati, ma la comunicazione discriminante e sessista attraverso la quale questi vengono.

L’adesione al Protocollo è aperta a cittadine/i di qualsiasi nazionalità e avviene mediante la comunicazione all’indirizzo di posta elettronica pcps@fastwebnet.it del proprio Cognome, Nome, data di nascita, professione, città di residenza e indirizzo di posta elettronico (indispensabile) e la frase: “aderisco al protocollo contro la pubblicità sessista”. L’obiettivo è quello di raggiungere il più alto numero di firme a livello nazionale ed internazionale, anche collegandosi ad altri gruppi di opinione presenti in altri paesi che perseguano i medesimi fini. Anche i gruppi e le associazioni possono aderire. L’adesione si intende effettuata una volta per tutte e sarà valida fino alla richiesta esplicita di rimozione da parte dell’interessata/o.

Il Protocollo con un testo di contestazione e l’elenco aggiornato degli aderenti, con cognome, nome, data di nascita, residenza e professione (senza la e-mail), unitamente a una riproduzione fotografica della campagna in oggetto, sarà presentato tutte le volte che si riterrà opportuno, anche se questo dovesse significare decine e di volte:

alla direzione (commerciale, strategica e marketing) dell’azienda reclamizzata;
all’agenzia pubblicitaria che ha firmato la campagna;
alle modelle o ai modelli, ai testimonial che abbiano prestato la propria immagine;
al Sindaco della Città che ospita le affissioni, differenziando di volta in volta le città, trattandosi in genere di campagne nazionali;
agli organi di stampa e TV che accoglieranno questa protesta e gli daranno risalto;
ai direttori delle riviste, quotidiani o altro organi di informazione cartacea o multimediale che abbiano ripubblicato la medesima campagna affissa in luoghi pubblici.
I firmatari sono avvertiti con la posta elettronica ogni volta che il protocollo sarà messo in atto.

Tutti i singoli aderenti contribuiranno alla diffusione del Protocollo come modello di cittadinanza attiva, raccogliendo ulteriori firme a sostegno in ogni sede e modalità possibile."

Secondo me non basta farlo con la pubblicità: serve farlo anche con la tv. Anzi: soprattutto con quella.

06/05/09

Mi raccomando...



"Ah, hai presente quella pubblicità su Napoli, della tizia coperta di spazzatura..."
"Non so... ah! Sì, aspetta, l'ho vista!"
"Esatto, beh... anche quella non ti dico... casting imposto"
"Si?"
"E' un lavoro sovvenzionato dal ministero coi soldi pubblici... quello della casa di produzione ha insistito per fare le cose bene, come si fanno di solito"
"Mh-mh"
"Alla riunione questo della casa di produzione si è presentato con la sua bella cassetta coi casting fatti, in teoria doveva esserci LUI- come lo chiamano lì, invece c'era il suo assistente. Quando hanno cominciato a parlare della protagonista si sono sentiti fare nome e cognome di questa qui.
Quando ha obiettato che se ne era sentito parlare nelle intercettazioni e non gli sembrava saggio usare proprio lei, l'assistente gli ha detto che LUI HA DETTO COSì E SI FA COSì. Fine della questione"
"pazzesco"
"Non lo chiamano neanche per nome, capito? Lo chiamano LUI. Fatto sta che questa qui è stata a dir poco imbarazzante anche da vestire: aveva una sesta di reggiseno e non riuscivano a tenerle la scollatura chiusa... guarda, ti giuro, mi fa schifo..."
".., beh... se ti ricordi anche quando dovevamo girare davanti al portone di quell'appartamento non l'abbiamo potuto fare perché era il posto nascosto dove si portava le tizie e doveva trombarsi una giusto in quei giorni..."
"Ma chi l'ha votato?"

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