08/01/13

Candidati candidi.



Se ne sentono un po’ di tutti i colori in questi giorni di campagna elettorale.
Sorvolo sui loghi dei partiti che già bastano a dipingere lo sconfortante panorama italico, e mi concentrerei sulle candidature. O meglio: sulle sparate ad effetto.

Un po’ di tempo fa, partendo alla lunga, con una rincorsa presa da chilometri, si mormorava che il PDL volesse candidare Guido Martinetti, ovvero Mr Grom, quello delle gelaterie sparse un po’ in tutto il mondo. Dei due fondatori, Martinetti è quello che ci mette la faccia, perché, diciamolo, non è niente male.
In tv fa la sua porca figura, piace al maschio imprenditore perché giovane di successo che si è fatto da solo a forza di coni e parigine (non le calze, ma le cialde), piace alle donne perché prima di buttarlo via francamente lo porti a casa, non necessariamente incartato.
Insomma: uno che funziona in tv. È già rodato dopo qualche bella intervista in giro: sa parlare, è a suo agio davanti alle telecamere, funziona meglio di Giletti e lo si guarda più volentieri di Fazio. Funziona. Lo sparano sui giornali.
Salvo andargli a chiedere se a lui interessi. E infatti il nostro uomo ha gelato tutti dicendo no grazie.
Evviva. Ma intanto il bailamme è cominciato e tutti a farsi pubblicità con la sua faccia, indipendentemente che fosse vero o no.

Qualche giorno fa la sparata di La Russa che ha urlato trionfalmente ai microfoni di qualche Tg “Candideremo i nostri marò!”
A parte che i marò son tuoi e non miei, io non reputo candidabili due persone attualmente in attesa di giudizio per aver ucciso a fucilate altre due persone.
Non so da che parte stia la verità e cosa succederà, ma giocare al tiro al bersaglio centrando delle persone che se ne stanno a debita distanza su un’altra nave non mi pare titolo al merito per meritare una candidatura.
Con che slogan vogliono presentarli? “Marò, un voto che centra dritto al cuore” ?
Io non ci metto la mano sul fuoco. Non ho capito perché stiamo parlando di eroi se ancora non sappiamo se sono colpevoli o innocenti.


Ultimissima sentita ieri al tg La7, non so chi vuole candidare De Falco, l’uomo che ha urlato  a Schettino: “Salga a bordo cazzo!”

Meglio la faccia, o la reputazione, anche se costruita in modo fortuito non da anni di lavoro ma da una semplice frase urlata in una telefonata privata resa poi pubblica dalla tv. È semplicemente questo: vale più quello che risuona nei titoli di testa dei tg, vale di più essere diventato un personaggio vagamente positivo per quello che idealmente può interessare al pubblico. Non all’elettorato: al pubblico.
Nessun programma. Nessuna vera strategia. Se funziona in tv allora funziona in politica. Le liste come reality. Nomi conosciuti solo per singoli fatti o per volti interessanti, non certo per doti, qualità e idee politiche.
La strategia è quella dell’audience, dello share. Forse pensano che “Salga a bordo cazzo!” valga anche come urlo di incitamento al voto della propria lista. “Salga a bordo, cazzo” del mio carrozzone, non importa cosa dico, fidatevi, basta lo slogan, la faccia.

Votate, votate come in tv, per simpatia. E nel confessionale si entra solo dopo aver rubato, dai carabinieri o dalla polizia.

Se anche la politica finisce per utilizzare gli schemi della televisione, gli stessi parametri, che cosa ne è delle idee, dei programmi, del cambiamento?
Per essere candidabili dovremo anche essere telegenici? A quando un reality sulle prossime leve politiche da portare in parlamento?

Auspico un ritorno alla radio.
Senza metterci la faccia, lì per forza bisogna metterci le idee.


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