
Noemi Letizia ha lanciato la sua prima collezione di abiti.
La notizia è rimbalzata in rete un po’ dappertutto.
Alle domande dell’intervistatrice ha risposto che non vuole lasciare il mondo dello spettacolo, ma fare tutto quello che l’appassiona.
Vede il suo futuro come imprenditrice e come donna in carriera.
A guardar bene c’è gente che a 19 anni alla stessa domanda guarda nel vuoto e dice “Boh”.
Ok. Ma i vestiti?
Nei vari servizi che ho visto non ho notato neanche un frame, uno stralcio, un lembo di un vestito disegnato da lei.
Solo un primo piano della sua faccia e, a fianco, la foto di un anno fa per notare le differenze.
E se nessuno le notasse, ovviamente nel trafiletto a fianco al video, c’è la spunta precisa per non perdersi neanche un rigonfiamento da pettegolezzo.
Nemmeno un abito.
Non le viene lasciato neanche il beneficio del dubbio.
Non voglio essere buonista. Non mi piace il modo in cui è arrivata lì. Non mi piace lei. Ma qualcosa mi dice che se fosse stato uomo tutto questo clamore non l’avrebbe avuto.
Perché non possiamo giudicarla per il talento?
Fateci vedere i suoi vestiti, e se fanno schifo, dimentichiamola.
Non parliamone più.
Ma se dobbiamo giudicarla facciamolo su un metro di misura che non sia estetico.
Abbiamo l’occasione per farlo. Perché non succede?
C’è una collezione? Bene. Guardiamola. Decidiamo se questa ragazza ha talento o no.
E se non ne ha, per favore non parliamone più e finiamo di darle spazio.
Smettiamola di alimentare questo subdolo alibi.
Fuori dalle prime pagine chi non ha talento.