Una cosa
che non voglio fare e mai farò è dire “Sono la Mamma di” qualificandomi in
virtù della figlia che ho.
Sono
Valentina. Prima di tutto Valentina.
Sono
Valentina e sono una professionista.
Sono una
donna che lavora.
Ci ho messo
anni a costruire la mia carriera, i miei successi, quello che so fare.
Mia figlia
è semplicemente una parte della mia vita. Importante, certo, ma non tutto.
Non è la
parte migliore di me. È un’altra cosa.
Accessoria,
bellissima, ma un’altra cosa.
Quindi vi
prego, per la festa della donna fatemi questo regalo: non urlate al mondo che
da quando siete mamme avete capito che l’unica cosa per cui siete nate era fare
le mamme. Perché è un’offesa a voi stesse, alla vostra cultura, a quello che
avete costruito.
Poi siamo d’accordo
che i figli son pezzi di cuore. Ma sono anche fette di culo, di anima e di
fatica.
E ci avete
messo anni a diventare la cosa che siete.
È bellissimo
avere figli. Ok. Ma è bellissimo anche avere una qualifica sul biglietto da
visita, una reputazione di prim’ordine e poter dare a quei figli degli ottimi
motivi per essere orgogliosi di voi. E quell’orgoglio secondo me non può essere
solo derivante dal fatto che cucinate bene lo strudel o non stingete loro i
calzini.
Partorire
non può essere l’unico motivo per avere un senso nella vita. È una fase.
Intensa, ma semplicemente una fase.
Io voglio
prima o poi sentir dire a Emma “la mamma è in gamba, fa un lavoro bellissimo.
E io sono contenta che sia così”.
Io lo
strudel non lo faccio. E ‘sti cazzi.
2 commenti:
Ciao io sono Sara.
La penso come te.
Ma faccio uno strudel eccezionale! ;-)
anche qui condivido in pieno. il mio lavoro non mi piace così tanto quanto il tuo a te (prima facevo l'archeologa, adesso il media planner, puoi capire). e faccio anche qualche torta buona. però è vero è vero è vero quello che dici. è verissimo. sono anche mamma, e mille altre cose (belle).
Posta un commento